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I 10 adattamenti degli squali più insoliti

Quando immaginiamo uno squalo spesso lo facciamo con le fattezze del "pescecane", con un corpo grosso e goffo, la distintiva pinna dorsale e un'ampia bocca. Se questa descrizione è calzante per uno squalo come, ad esempio, lo squalo toro, la natura ha comunque favorito delle caratteristiche più insolite funzionali agli adattamenti di diversi animali.

 
Squalo macchie bianche del bambù

10- SQUALO NUTRICE E SQUALO MACCHIE BIANCHE DEL BAMBÙ

Lo squalo nutrice lungo fino a tre metri è noto per possedere una pelle molto dura e un paio di barbigli sotto la bocca funzionali per la cattura degli invertebrati di cui si nutre. La sua caratteristica tecnica di caccia, favorita dalla piccola bocca dall'ampia laringe, consiste in un potente risucchio mentre nuota in velocità.

Talvolta è stato visto cacciare in gruppo, con gli individui che giacciono in pile disposti l'uno sopra l'altro. La caratteristica più curiosa di questo squalo è che può "camminare" sul fondale marino utilizzando le pinne pettorali per spingersi come fossero degli arti.

Questa insolita caratteristica e condivisa con il macchie bianche del bambù uno squalo di piccola taglia dell'Oceano Indiano e del sud-est asiatico: anche per questo piccolo squalo le pinne pettorali e pelviche sono ispessite e vengono utilizzate per arrampicarsi sulle rocce.

 
Pesce porco

9- PESCE PORCO

La caratteristica insolita di questo squalo lungo fino a un metro e mezzo è proprio la forma del corpo. Il tronco tozzo è compresso e triangolare, possiede anche ampie pinne dorsali spinate simili a vele. Questa ampia cavità corporea combinata con il fegato oleoso consentono di mantenere un assetto neutro di galleggiamento sul fondo marino dove grazie alle labbra papillose e ai denti lanceolati si nutre di invertebrati.

 

8- SQUALO GOBLIN

Questo squalo lungo quasi tre metri e mezzo è stato descritto soltanto nel 1898 e tutt'ora resta uno dei meno studiati, poiché vive in acque molto profonde cacciando soprattutto nell'oscurità abissale. La tecnica di caccia in tali condizioni è stato supposto possa essere basata sulla rilevazione delle prede grazie al campo magnetico o captando gli impulsi elettrici emessi dagli altri organismi grazie alle terminazioni connesse alle ampolle di Lorenzini, un sistema di pori posto sul muso. Anche questo squalo, come quelli della famiglia dello squalo a sei branchie, è spesso descritto come un fossile vivente che ha subito pochissime trasformazioni anatomiche nel corso di milioni di anni.

Non possiede ad oggi nessuna specie vivente affine.

 
Squalo tappeto maculato

7- WOBBEGONG E SQUALO ANGELO

Il wobbegong, noto anche come squalo tappeto maculato, è uno squalo dal corpo appiattito ventralmente che può raggiungere anche oltre i tre metri di lunghezza. Solitamente vive in acque basse vicino alla costa e non caccia mai in modo attivo, preferisce invece restare immobile sul fondo dove tende agguati agli incauti animali che si spingono nei pressi della sua bocca: si camuffa infatti perfettamente sul fondale, così che le prede attirate dalle protuberanze della pelle nel muso, che tendono a ricordare la forma delle alghe, si avvicinano ignare alla sua bocca. Le prede preferite sono aragoste, granchi e polpi. Lo squalo angelo, detto anche "squalo monaco", è caratterizzato anch'esso da un corpo piatto che utilizza per nascondersi sotto il fondale sabbioso camuffando la sua colorazione con la sabbia. In ogni caso lo squalo tappeto maculato, il wobbegong, possiede una caratteristica completamente unica: al calare della marea si sposta di una pozza all'altra, restando in parte esposto all'aria.

 
Squalo spinoso

6- SQUALO SPINOSO

La particolarità di questo squalo lungo fino a quattro metri è la presenza di denticoli spinosi su tutto il corpo. La base di questi denticoli è a forma stellata, ma terminano con punte affilate. Non essendo un rapido nuotatore, si nutre principalmente di prede lente che cattura grazie all'ampia faringe e alla piccola bocca che utilizza per risucchiare le prede. Come per gli squali sei branchie anche nello squalo spinoso le pinne dorsali sono poste vicino la coda.

 
Squalo dal ventre

5- SQUALO DAL VENTRE

Normalmente pensiamo gli adattamenti degli squali solamente funzionali per la caccia, alcuni invece sono delle strategie difensive. Lo squalo del ventre è infatti relativamente piccolo, arrivando fino a un metro di lunghezza, e quando si sente minacciato ingerisce acqua o aria gonfiandosi. Questa strategia difensiva oltre a farlo apparire più grande e imponente nei confronti di eventuali predatori gli permette anche di incastrarsi saldamente nelle grotte dove vive dalle quali non può essere in questo modo stanato.

 
Sagrì nero

4- SQUALO PIGMEO SPINOSO E SAGRI' NERO

Sono entrambi dei piccoli squali, tutti e due sotto i cinquanta centimetri di lunghezza, e sono accomunati dalle pinne spinose. Lo squalo pigmeo è l'unico infatti ad avere una spina solo nella parte frontale della prima pinna dorsale, mentre il sagrì nero, anche noto come "moretto", ha spine acuminate nella parte frontale di entrambi le pinne dorsali, di cui la seconda, quella più vicina alla coda, è più sviluppata.

La caratteristica più sbalorditiva è che entrambi hanno la capacità di diventare luminescenti: hanno infatti, lungo i fianchi e sul ventre, degli organi che producono luce, i fotofori. Questa capacità ha una triplice funzione: aiuta ad attirare potenziali prede, spaventa i predatori di piccole dimensioni ed elimina l'ombra rendendoli difficilmente individuabili dai predatori di grandi dimensioni.

 
Squalo volpe

3- SQUALO VOLPE

Lo squalo volpe prende il suo nome dalla caratteristica superiore della pinna caudale fortemente allungata, tanto da arrivare quasi ad essere lunga quanto il resto del corpo. Lo scopo di questa coda è influenzato dell'adattamento di quest'animale. Si serve infatti del lobo allungato durante le fasi di caccia in modo attivo. Attraverso la coda riesce a riunire i banchi di pesce che poi tramortisce proprio con forti colpi della lunga coda. Solitamente addirittura arriva cooperare con numerosi altri esemplari accerchiando grossi banchi di aringhe o di piccoli tonni, costringendoli in una sorta di gabbia formata dalle code dei vari squali che nuotano in cerchio prima di sferrare l'attacco finale in modo coordinato. La coda non è soltanto un'arma di attacco ma viene addirittura utilizzata come strumento di difesa anche contro gli uomini. Infatti quando questo squalo lungo fino a cinque metri e mezzo viene pescato ed issato a bordo dei pescherecci si agita furiosamente colpendo con la coda nel tentativo di liberarsi. La sua tecnica di caccia e soprattutto le sue strategie cooperative sono una caratteristica unica: questi squali normalmente si riuniscono in gruppi formati esclusivamente da membri del proprio stesso sesso, è perciò possibile identificare interi gruppi di soli maschi o sole femmine.

 
Squalo sega

2- SQUALO SEGA GIAPPONESE

Lo squalo sega possiede un corpo appiattito in senso verticale e all'apparenza potrebbe confondersi quasi con il pesce sega che invece è una razza e dal quale si distingue per la presenza delle fessure brachiali sulla superficie laterale del corpo e per un paio di barbigli situati al di sotto della sega. Su questi barbigli e su rostro sono situati i sensori del gusto che hanno la funzione di sondare il fondale marino alla ricerca di piccoli pesci o invertebrati di cui si nutre. Si serve poi dei denti affilati per annientare le prede o per difendersi. Una caratteristica peculiare è che i piccoli dello squalo sega giapponese sono tra i pochi squali a non apparire come delle miniature dei propri esemplari adulti: pur nascendo infatti muniti di grandi denti e del rostro a sega, finché sono nel corpo della madre li tengono ripiegati per non ferirla.

 
Squalo martello by Alessandro Mastronardi

1- SQUALO MARTELLO

Esistono otto differenti specie di squalo martello tutte caratterizzate dalla forma bizzarra della testa larga e sottile che si estende sui lati e alle cui estremità sono posti gli occhi. Sono tutti ottimi nuotatori grazie al lobo superiore della coda allungato, nuotano soprattutto in acque interne spingersi talvolta anche in superficie. Hanno un carattere così imprevedibile, se posti sotto forte stress, da essere soliti anche attaccare l'uomo durante le migrazioni estive che compiono verso nord in cerca di acque e più fredde. Queste migrazioni sono compiute contemporaneamente da diversi esemplari che formano dei branchi, ma non è mai stato registrato un comportamento cooperativo e gregario ben strutturato come quello degli squali volpe. Solo negli esemplari più giovani si sono osservate delle gerarchie di caccia coordinata in gruppo ben gerarchizzate seppur non coordinate. La caratteristica peculiare di questo squalo è la strana anatomia del capo che può essere funzionale per il galleggiamento durante il nuoto o per l'individuazione delle prede grazie sia al buon olfatto sia al campo visivo esteso.

 

Questa elencazione è del tutto personale, commentate pure qui sotto o nella pagina Facebook del Café Paleontologico se volete descrivere uno squalo e la sua peculiarità che vi colpisce. Ho omesso tutti gli squali che ho nominato già nei precedenti articoli, mi riferisco allo squalo bianco, allo squalo dal collare, allo squalo balena, al megamouth e allo squalo elefante.

TRIVIA Per quale dinosauro è stata ipotizzata una tecnica di caccia simile a quella descritta per lo squalo volpe? Trovi la risposta in questo articolo!


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