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Perché... Acanthopholis horridus(?) mi ricorda qualcosa?

Leggendo degli articoli sull'eccezionale fossile di Nodosaurus rinvenuto casualmente da minatori in Canada, ho iniziato a riflettere sulla possibilità di scrivere un articolo a riguardo. Lo ammetto, non mi piace mai parlare di qualcosa di cui tutti parlano, ma c'era un'analogia tra la scoperta del Nodosaurus e quella di un altro suo cugino che continuava ad incuriosirmi.

In modo latente, come un pensiero fisso e inconsapevole: dove avevo già sentito nominare Acanthopholis?

Perciò ho deciso di non scrivere sul Nodosaurus, almeno non nell'immediato, andando contro quelli che sono i primi tre comandamenti per un blog nascente: scrivi su qualcosa di cui tutti parlano, così attirerai l'attenzione (su qualcosa in cui tutti già hanno riposto l'attenzione, così non li sconvolgi con roba nuova); inonda i social con notizie strabiliati (scoperto il migliore... il più grande... il più terribile...); rispetta il padre e la madre e soprattutto Salvatore Aranzulla (senza di lui noi non saremmo qui, sempre sia lodato).

Con questo articolo introduciamo sul blog un qualcosa di più personale e meno scientifico, quasi una riflessione.

Se sei rimasto a leggere fino a questo punto ti ringrazio davvero molto, eccoti accontentato: oggi parleremo di Acanthopholis horridus.

Leggendo i commenti ad una fonte ben più importante di questo blog ho letto di una similitudine tra il rinvenimento del Nodosaurus e questo suo cugino britannico: entrambi sono stati trovati in una miniera.

Questo è quanto.

L'articolo non aggiungeva altro, ma tanto è bastato per far sorgere una domanda spontanea: Acanthopholis? Dove ho già sentito questo nome?

Siate sinceri, non stiamo parlando di T-Rex, con tanto di tratto d'unione e "R" maiuscola. Questo è uno di quei dinosauri poco noti, sui quali devi pensare un attimo prima di ricordarne la forma.

In effetti quando ho spulciato le pagine di paleoartisti su Facebook, chiedendo anche se c'era qualcuno che avesse disegnato una ricostruzione, ho ricevuto ben poche risposte e nessuna convincente.

Ringrazio quindi l'anonimo artista da cui ho "rubato" l'immagine sopra, se casualmente si trova a leggere l'articolo sarò felice di citarlo come autore.

Colgo l'occasione di questo post fuori dalle righe per fare un appunto ai paleoartisti, soprattutto quelli che condividono le loro opere su Facebook. Ogni volta che qualcuno pubblica un dinosauro ispirato, fedelmente o meno, a Jurassic Park... apriti cielo!

Anzi, spesso viene ricordato come tali ricostruzioni dovrebbero essere pubblicate in gruppi dedicati alla fan art, talvolta vengono anche rimosse.

Qui si tratta di onesta. Nessuno nato negli ultimi quaranta anni che sia appassionato di dinosauri non ha visto almeno una volta un film di quella saga ed è ovvio, anche inconsciamente, che ci sia un influenza.

Anche i cosiddetti gruppi di paleo-artisti che tanto bistrattano chi disegna ispirandosi al noto film, hanno pubblicato nell'ultimo mese la gran parte delle volte immagini di "T-Rex" (sì, continuo a scriverlo male di proposito) o "raptor" (le dimensioni e la posa sono quelle della Big One di Jurassic Park, ma davanti ci scrivono Utah o Dakota e in testa ci piazzano due piume da indiano Apache) o "trike" marroni o "stego" verdi (ma non sono ispirati ai film eh). Qualcuno disegna anche il famoso Indominus rex, o come si chiama, e lo spaccia per un Allosaurus o un Abelisauridae strafatto di steroidi.

Ne fanno le spese i poveri Nodosauridae, in particolare il nostro sfigato Acanthopholis. Ma sono sicuro che tra qualche giorno spunteranno decine di nodosaurus, in osservanza del primo comandamento scritto sopra.

Acanthopholis è stato istituito da Thomas Huxley nel 1867 (se non lo avete già fatto andate pure a leggere il post su Huxley, lì sono un pochino più serio), dopo che era stato acquistato dal metallurgista John Percy. Lo ha classificato come anchilosauro, basandosi su alcuni osteodermi rinvenuti.

Altre componenti dello scheletro sono parte del basicranio, una vertebra dorsale e tre denti.

Il nome fa esplicito riferimento al fatto che aveva delle spine e che non era particolarmente bello.

Wikipedia nella sua infinita saggezza (e non sono sarcastico) mette solo l'immagine usata da me e due righe di descrizione, dove si affretta nel dire che questo dinosauro è "insolitamente popolare" nella letteratura divulgativa.

Eccolo trovato, ricordo il nome perché l'ho letto da bambino!

Cosi scendo in sala hobby e nello scatolone trovo il fascicolo, ben dissotterrato sotto uno scheletro di quello che apparentemente sembra un Tyrannosaurus fosforescente.

L'immagine dell'animale, così anni '90 che figurerebbe anche impressa su una scatola di cereali, rende bene l'idea di "horridus" (ma evito di metterla per non turbare le nuove generazioni e per rispetto dell'artista incolpevole che l'ha disegnata).

L'immagine non è questa... ma ci si avvicina!

Dinosauro ornitisco quadrupede, lungo circa 4 o 5 metri e pesante attorno ai 380-400 chili. La caratteristica principale era una serie di placche ovali sulla schiena e spine che uscivano dal collo, atte a difendere il corpo di questo erbivoro dai predatori, cui forse sfuggiva correndo al trotto. Visse in Inghilterra tra i 115 e i 91 milioni di anni fa, nel cretaceo.

Lo ammetto, vista l'immagine mi sarei aspettato qualcosa del tipo: "per sfuggire ai predatori si raggomitolava come un pangolino e li colpiva rotolando su se stesso".

Lo so, fa molto "Taz tazmania", ma erano pur sempre gli anni '90.

Poi finalmente ho capito perché mi ricordavo il nome di questo dinosauro. Come spesso accade nella vita la risposta è la più semplice e l'abbiamo avuta sempre sotto gli occhi, senza aver bisogno di scendere in sala hobby per riesumare antichi reperti.

Il motivo per cui il nome di questo dinosauro mi era rimasto così impresso nella mente è: il suo nome.

Scusate, lo so che dopo 1000 parole lette per arrivare a questa rivelazione mi avrete mandato a quel paese.

Accanto al nome dell'animale, quasi agganciato alla scritta "horridus" avevo aggiunto un bel "?", con la mia calligrafia orrenda da mancino costretto dalle suore a scrivere con la destra. Tutto chiaro, finalmente: Huxley ha sbagliato il nome. Lo so, suona blasfemo a leggerlo, figuratevi a scriverlo. Probabilmente me ne sono accorto durante il liceo (non si direbbe ma ho studiato il greco antico) prima di riporre i fascicoli nello scatolone, o lo ho letto da qualche altra parte, ma il nome giusto di questo animale è Acanthopholis horrida, poichè la parola greca che indica "le scaglie" è declinata al femminile (φόλιςs pholis).

Questo Anchilosauro mi è rimasto impresso nella mente per casualità, per un errore. Aveva un'immagine orrida e fantasiosa, tipica dei giornalini pseudoscientifici e una denominazione scientifica sbagliata proprio sulla parola "Horrida". Impossibile che questo non restasse in modo latente in qualche angolo della mia coscienza.

E questa è la prima immagine che ebbi da bambino di un Ankylosauridoidae, non male come inizio. Così ogni volta che pensavo a qualcosa di originale da scrivere sul Nodosaurus da poco scoperto tornavo con la mente a quell'orrido/orrida immagine in stile cartone animato prodotto dalla Dingo picture (sì, quel mostro sopra che ti guarda con il volto rassegnato implorandoti di lasciarlo estinguere è il personaggio di un cartone animato).

Ed ho capito quanto sono fortunati i bambini che tra qualche anno sfoglieranno un fascicolo sui dinosauri. La mia idea di un Nodosauridae si basava su qualche placca ossea, tre denti e una vertebra dorsale.

Loro avranno questo:

Photo: Robert Clark/National Geographic

Lo ammetto, è quasi liberatorio mettere quest'immagine alla fine dell'articolo. Mi lascia quasi con un senso di speranza.

Ma ad una condizione: tu, caro amico paleoartista che magari starai leggendo l'articolo, ricordati che sei responsabile dell'immagine che crei.

E non intendo l'insieme di pixel o inchiostro, intendo l'immagine mentale.

Da piccolo non amavo i dinosauri corazzati, oggi non sono ancora tra i miei preferiti.

La "colpa" è mia, lo ammetto, ma dobbiamo iniziare a non parlare, scrivere o disegnare solo di Tyrannosaurus rex (già, la "r" è minuscola e non ci sono trattini): oggi non solo abbiamo la possibilità di parlare di scienza, tramite i social o blog come questo, ma anche la responsabilità di parlare di scienza, anche quando quello di cui parliamo è qualcosa di "horridus", poco conosciuto, o magari un nomen nudum.

Altrimenti usciti alla fan art di Jurassic Park che tanto disprezzi, raccogli qualche like sulla tua versione di "Rexy" o domanda ai tuoi "follower" che ne pensano del nuovo Jurassic World.

Avrai rispettato i comandamenti per la popolarità su internet, tanto basta. Oppure potrai divertirti a scrivere/disegnare, magari anche in modo poco convenzionale, su di un dinosauro che ricordano in pochi. E che qualcuno ricorda anche per un errore.

Scusate per il post poco serio, ma spero sia servito ad arrivare a qualcuno che magari non conosceva o ricordava più questo cugino sfigato.

Chissà... magari tra 20 anni un ragazzo ormai invecchiato cercherà nell'archivio del blog invece che nei fascicoli della sala hobby, chiedendosi perché il nome Acanthopholis horridus gli dice qualcosa.

Per poi capire che era solo per un banale errore.

P.S.: se volete dire la vostra o motivati dall'articolo volete inviare le vostre immagini di Nodosaurus/Acanthopholis, inviatele pure sulla pagina Facebook del blog (non vi giudico se somigliano all'Ankylosaurus che in Jurassic World gioca a golf con la palla dove sono seduti i ragazzini)

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