Darwin e l'origine... del meme?
Nel romanzo Erewhon (del 1872) il vescovo Butler si fece beffe della teoria evoluzionistica darwiniana sostenendo che non è l'uovo a essere il mezzo della riproduzione della gallina, ma la gallina ad essere il mezzo di riproduzione dell'uovo.
Ovviamente si trattava di uno scherzo o, quantomeno, di una presa in giro.
Ma qualcuno la prese sul serio.
Nel suo libro del 1976, Il Gene Egoista, il biologo britannico Richard Dawkins affermò infatti che nell'evoluzione non sono gli organismi a riprodursi attraverso i geni, ma i geni attraverso gli organismi.
Ciò che rende unici i geni è proprio questo: la loro capacità di replicarsi per conservarsi.
Il gene è "egoista", nella sua fortunata formulazione, perché Dawkins afferma che la selezione naturale agisce non attraverso la specie, o il gruppo, o in senso ancor più stretto l'individuo: la selezione avviene attraverso il gene, l'unità dell'ereditarietà.
Cambia il presupposto.
L'evoluzione, o l'estinzione, scegliete voi il lato della medaglia che preferite, non è più funzionale al bene della specie, ma è un meccanismo di conservazione del gene.
Niente di più individuale. Niente di più egoistico.
Dawkins introdusse quindi un'interessante analogia tra quelli che sono i geni della biologia e quelli che chiamò memi: sostanzialmente si tratta di quegli elementi culturali che si trasmetto tra gli individui non attraverso la riproduzione ma, piuttosto, con l'imitazione.
L'unità minima della trasmissione culturale, il Meme, deriva il suo nome dalla parola greca μίμημα, mímēma, "imitazione" ed è pensata infatti ad imitazione del gene.
Addirittura per come suona la parola.
L'analogia continua anche considerando il discorso sull'egoismo dei geni, in cui la cultura sarebbe il frutto della competizione tra "memi egoisti", dei virus della mente che agiscono mossi dal proprio esclusivo vantaggio.
Il meme agisce come un virus: infetta la mente del suo ospite per mezzo della forza dell'imitazione e si replicano (all'infinito?) attraverso la comunicazione con gli altri.
Già, avete capito bene, diventano "virali".
Nel senso più moderno e tecnologico del termine, come i video insensati che popolano le nostre pagine di Facebook. Così un termine che Dawkins ha coniato come una forma di analisi culturale dal punto di vista strettamente evolutivo, si è progressivamente (e inesorabilmente) trasformato in questo:
E se avete pensato, anche in modo involontario, qualcosa che suona tipo "date una medaglia a quest'uomo"... beh, c'è un bel meme che si sta evolvendo in voi!
O involvendo, scegliete voi.
Prima riflettevo proprio su questo: dove non sono arrivati i vari esperti di SEO che promettono di far crescere un Blog in 10 tecniche infallibili (ma solo se ti iscrivi e scarichi il loro PDF), dove non è arrivato neanche Salvatore Aranzulla (sempre sia lodato), è arrivato Darwin.
Riflettevo che, coerentemente con l'evoluzionismo darwiniano, a sopravvivere su internet non sono i memi astrattamente migliori.
Sopravvivono quelli più adatti alla diffusione.
Così anche un fossile vivente antisociale-network come me, si è dovuto rassegnare, per non estinguersi, a creare una sfera social per il Café Paleontologico...
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...gli esperti SEO e Social Marketing dicono che in questa parte è essenziale mostrare entusiasmo: io vorrei reagire così!
Vi è piaciuto il meme eh?!